Accordi cromatici emozionali: i messaggi del colore negli interiors

Azzurra Bimbi - Esmalglass-Itaca Group

Il colore è oggetto di continui studi in ambito scientifico e artistico, ma quando pensiamo agli ambienti in cui viviamo, spesso non consideriamo che anche qui il colore è scelta consapevole e mai casuale o mera scelta di gusto. Siamo continuamente invitati a vivere in ambienti dove le combinazioni dei colori propongono percezioni diverse dello spazio. Alcune ci suggeriscono come muoverci e orientarci al loro interno, altre vogliono trasmetterci sensazioni, ma in ogni caso il colore, o meglio, la combinazione di colori, è sempre un messaggio.

Nell’ambito degli interiors si possono individuare alcune tipologie prevalenti di ambienti definiti dalle diverse combinazioni di colore.

Tra questi vi sono gli ambienti definiti dai cosiddettiaccordi cromatici armonici” ossia quelli costituiti dai colori complementari, come il giallo, il rosso e il blu primari: sono insieme massima espressione di contrasto cromatico e generano una vibrante ma controllata energia.

Johannes Itten negli anni Venti insegnava ai suoi studenti del Bauhaus come questa condizione fosse favorevole a trasmettere equilibrio e fosse percepita con un senso di appagamento dall’osservatore. Infatti, proprio perché “contrari nel meccanismo della percezione visiva, questi colori si richiamano reciprocamente senza mai fondersi insieme, generando una vibrante luminosità molto semplice, quasi primordiale, ma nello stesso tempo molto potente. Differenti toni di rosso, blu e giallo sono applicati indistintamente a materiali rigidi e morbidi per creare ambienti universali e carichi di energia: lo spazio viene percepito in modo chiaro perché composto da zone nettamente distinte fra loro, di facile lettura, confortevole e aperto, e tanto forte da risultare difficile da ignorare.

Combinazioni di colori ben distinti, anche se non necessariamente tanto lontani nella scala cromatica, possono quindi essere vettore di ordine ed equilibrio. Un esempio è la tavolozza di colori scelta nel 2006 dallo studio Périphériques Architects per l’ampliamento del campus universitario di Jussieu a Parigi, ben calibrata nell’uso di colori con uguale potenza luminosa sebbene molto distinti nel tono. Colori vitaminici sono chiamati ad esprimere un’energia cromatica delicata e fresca e guidano le matricole universitarie all’interno di un complesso edilizio molto articolato. Il rigore di questa struttura architettonica convive coi flussi dai colori freschi e naturali, che attraversano il grande volume e guidano gli utenti all’interno della struttura, come tanti fili di Arianna.

Una tendenza crescente, opposta a quella appena descritta, propone ambienti nei quali i colori risultano connessi da un’inedita vicinanza tonale: blu con blu-verde e verde, arancio con rosso e rosa. Sono i cosiddetti “colori analoghi”, ossia colori con una radice cromatica comune che, se accostati, danno origine a composizioni leggere e sfuggenti, serene e delicate, dinamiche, non troppo energiche ma sempre confortanti. Il nostro occhio percorre tutta la scena, accompagnato dal colore condiviso, su un percorso che ha un inizio e una fine, un ordine di lettura. Ne derivano ambienti altamente espressivi e creativi, vestiti di un’inusitata eleganza.

Una terza proposta riguarda gli ambienti monocromatici, dove il ton sur ton è la regola e il codice. La sensazione è quella di sentirsi immersi in una scenografia quasi irreale dove ogni cosa è calibrata. Il tono predominante, espresso in varie nuance, diventa fattore comune di tutto, rendendo possibile l’accostamento di materiali diversi pur mantenendo un ordine. Qui talvolta predominano toni chiari, caldi e luminosi che creano ambienti capaci di restituire un senso di calma e di riposo attraverso l’esaltazione della semplicità. Sono ambienti poco decorati nei quali risaltano facilmente i materiali, i dettagli, le trame e le finiture.

Diametralmente opposta al monocromatismo, ma ancora fuga dal ritmo frenetico della vita urbana e del presente, è la proposta dell’ambiente pastichein cui non si riesce a trovare un codice, una chiave di lettura per comprendere quale sia il senso e l’equilibrio. Eppure esprime un senso di esclusività, lo percepiamo come un tutt’uno e ne veniamo irrimediabilmente attratti. È proprio la mancanza di codice la risposta che diventa persino una nuova forma di equilibrio. Stavolta l’appagamento è dato dal godere di una bellezza spontanea e senza censure, che mescola il presente con il passato, il reale con l’onirico, il desiderio e la passione con il razionale.

 

Leggi l'articolo completo pubblicato su Ceramic World Review 125/2018

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