Infrastrutture, volano della crescita Indiana

Il tasso di crescita dell’economia indiana si conferma anche quest’anno sopra al 7%. L’incremento del PIL nell’anno fiscale 2016-2017 (chiuso al 31/3/17) è infatti atteso a +7,1%, in rallentamento rispetto al +7,6% del 2016 (miglior risultato a livello mondiale), mentre le previsioni per i prossimi 12 mesi oscillano tra il 6,6% dell’IMF e il 7% del Ministero dell’Economia indiano.

Driver principale della crescita restano senza dubbio gli investimenti in infrastrutture, tanto che, secondo la Banca Mondiale, ad esse il Governo di New Dehli dovrebbe destinare il 3-4% del proprio PIL per assicurarsi uno sviluppo annuale dell’economia tra il 7 e l’8%.

Lo sviluppo della rete dei trasporti (autostrade, ferrovie, porti e aeroporti), la creazione di smart cities e distretti industriali, e i progetti di edilizia residenziale pubblica sono i punti cardine dell’attuale agenda politica indiana volta a colmare il gap infrastrutturale del Paese. Investimenti pubblici e privati che a loro volta trainano il settore delle costruzioni, un comparto che vale l’8% del PIL indiano e occupa oltre 35 milioni di addetti.

Tra le più importanti misure varate dal Governo, lo stanziamento di fondi per 375,4 miliardi di dollari in tre anni a partire da luglio 2016. Di questi, 120,1 miliardi di dollari sono destinati allo sviluppo di 27 nuovi distretti industriali e 75,1 miliardi di dollari a strade, ferrovie e progetti portuali.

Un’ulteriore spinta al settore delle costruzioni verrà anche dalla semplificazione delle norme sugli investimenti esteri diretti in vari settori, incluso l’immobiliare e l’edilizia, nonché dalla riforma fiscale del 2016 che ha introdotto la “Goods and Services Tax” (GST) come imposta unica su beni e servizi a livello nazionale.

  • I principali progetti di costruzione

In tema di infrastrutture, il progetto più ambizioso è sicuramente il Delhi Mumbai Industrial Corridor, un mega investimento pubblico e privato da 100 miliardi di dollari che sarà completato entro il 2040. La prima fase delle quattro indicate nel piano prevede la costruzione di 8 città industriali (smart cities da 1 a 3 milioni di abitanti) con l’obiettivo di espandere il settore manifatturiero nazionale. Il corridoio industriale attraverserà 7 Stati, dalla capitale fino a Mumbai, per una lunghezza complessiva di 1.500 chilometri.

La vastità geografica dell’India e la necessità di collegare da un punto all’altro il Paese rappresentano un’importante spinta agli investimenti nella costruzione di grandi aeroporti. Non è un caso se uno dei più importanti progetti infrastrutturali avviati negli ultimi mesi è proprio il Navi Mumbai International Airport, il nuovo scalo internazionale di Mumbai. I lavori dovrebbero essere completatati entro il 2019 e prevedono un costo complessivo di 2,4 miliardi di dollari. L’aeroporto nasce da una partnership pubblico- privata in cui i privati detengono quote per il 74%.

Nel settore ferroviario l’India si prepara alla costruzione della sua prima tratta ad alta velocità, la Mumbai-Ahmedabad bullet train network, 508 chilometri di ferrovia che collegheranno la capitale finanziaria Mumbai con Ahmedabad nel Gujarat. Il progetto sarà prevedibilmente completato entro il 2023 e richiederà risorse per 14,66 miliardi di dollari, di cui l’81% finanziato dal Giappone attraverso un prestito a 50 anni con tasso di interesse dello 0,1%.

Nel bilancio 2017-2018 il Governo di New Delhi ha assegnato al settore trasporti fondi per 36,2 miliardi di dollari, di cui 19,7 miliardi per le ferrovie e 9,7 miliardi per le autostrade.

  • Il settore immobiliare

Il settore immobiliare è previsto in crescita a partire dal terzo trimestre 2017, trainato dal nuovo “Real Estate Regulatory Authority” (RERA) emanato dal Governo indiano a marzo 2016 con l’obiettivo di regolamentare il settore delle costruzioni. Il disegno di legge ha introdotto l’obbligo per i costruttori di registrare nel Piano Regolatore, prima dell’inizio lavori, tutti i progetti immobiliari oltre i 500 mq di superficie o le 8 unità abitative. Allo scopo di tutelare l’acquirente, i costruttori sono inoltre tenuti ad accantonare in un conto separato il 70% del denaro ricevuto, così da impedirne l’utilizzo su altri progetti e garantire il completamento dei lavori nei tempi stabiliti.

La crescita del settore immobiliare sarà sostenuta anche dal miglior accesso al credito che prevede tassi di interesse agevolati sui mutui.

Nel segmento dell’edilizia residenziale pubblica, il Governo ha inserito nel bilancio 2017- 2018 investimenti per 3,5 miliardi di dollari destinati al progetto “Housing for All by 2022” che prevede la costruzione di 10 milioni di case entro il 2019; per il loro acquisto la National Housing Bank rifinanzierà prestiti per circa 3 miliardi di dollari. 

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