La piastrella Made in Italy continua la risalita

L’industria italiana delle piastrelle ha chiuso il 2016 con un bilancio positivo, riportandosi sopra la “soglia minima di allerta” dei 400 milioni mq sia in termini di vendite complessive (415 milioni mq, +4,6%) che di produzione (416 milioni mq, +5,4% rispetto ai 395 milioni mq del 2015), 53 milioni di metri quadrati in più rispetto ai minimi del 2013.

A tale risultato hanno contribuito sia un nuovo incremento delle esportazioni (+4,4%, da 317 a 331 milioni mq), sia l’inversione di tendenza sul mercato domestico (+5,5%, da 80 a 85 milioni mq), in ripresa dopo un decennio di flessione.

L’export è risultato in crescita in tutte le aree geografiche. I mercati dell’Europa Occidentale, che rappresentano circa la metà delle esportazioni italiane in volume, hanno registrato un incremento del 4,9% rispetto al 2015, con le migliori performance in Germania, Olanda e Regno Unito. In aumento del 5% le vendite verso l’Area Nafta, trainate dall’ottimo andamento del mercato USA; +4,7% anche nei Balcani e nei Paesi del Golfo e +3,3% nel Far East; più contenuto l’incremento dell’export in America Latina (+2,1%), Nord Africa (+1,7%) ed Europa Cento Orientale (+2,7%). In quest’area permangono peraltro le difficoltà sul mercato russo, dove le vendite di piastrelle italiane sono calate di un ulteriore 10% nel 2016, un calo tuttavia più limitato rispetto agli anni precedenti.

Per il biennio 2017-2018, l’Osservatorio Previsionale realizzato da Prometeia prevede un ulteriore consolidamento della crescita, pur in un quadro di complessivo rallentamento rispetto al 2016. Le vendite sul mercato domestico dovrebbero aumentare nuovamente quest’anno del 2,2% e del 2% nel 2018, grazie soprattutto al segmento delle ristrutturazioni e alla favorevole dinamica dei mutui che spinge la domanda abitativa e, con essa, l’attività edilizia.

L’export è stimato in crescita del 3,3% quest’anno e del 3,8% nel 2018, con previsioni di miglioramento proprio in quelle aree più deboli nel 2016 (Europa orientale, America Latina, Nord Africa e Medio Oriente, Far East). Allo stesso modo, la produzione nazionale è prevista in ulteriore progresso (+3,4% nel 2017, +3,7% nel 2018).

Vittorio Borelli (presidente di Confindustria Ceramica) ha ribadito come la costante ripresa del settore sia stata frutto degli ingenti investimenti in innovazione che hanno consentito di rafforzare la capacità competitiva sui vari mercati. Investimenti che dovrebbero essere favoriti in questo biennio anche grazie al Piano nazionale Industria 4.0 che prevede superammortamenti del 140% e iperammortamenti del 250% per investimenti tecnologici. 

  • Leggi l'articolo completo pubblicato su Ceramic World Review 120/2017

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