Lamosa, primi segnali di rallentamento

Dopo aver chiuso il 2019 con ricavi e margini in crescita, il gruppo messicano Lamosa registra il primo segno meno nei risultati del primo trimestre 2020.

Lamosa non solo è il più grande gruppo ceramico messicano, ma è anche il terzo maggiore produttore mondiale di piastrelle ceramiche, con una produzione pari a 190 milioni di mq l’anno (600mila mq al giorno), realizzata in 15 stabilimenti (9 in Messico, 2 in Argentina, 1 in Perù, 1 in Colombia), a cui si aggiungono 14 impianti che producono adesivi per la posa.

Dal mese di marzo, le misure adottate per contenere il contagio di coronavirus in Messico, Perù, Argentina, Cile, Colombia e Guatemala hanno inciso sia sulle attività produttive (chiuse quelle non essenziali) che sui minori livelli di vendita.

Complessivamente, nel primo trimestre di quest’anno i ricavi della multinazionale messicana si sono ridotti dell’1% sul primo trimestre 2019 a 4,4 miliardi di pesos (circa 169,6 milioni di Euro). Questo, nonostante il progresso dell’1% delle vendite domestiche, che ha solo in parte compensato la flessione del 6% dell’export, sceso a 1,2 miliardi di pesos (circa 46,9 milioni di Euro).

Il settore delle piastrelle ceramiche, che pesa per il 74% dei ricavi totali, è stato quello più penalizzato, con vendite scese del 4% a 3,27 miliardi di pesos (circa 125,7 milioni di Euro). Al contrario, il comparto degli adesivi ha segnato un +9% nei ricavi (1,14 miliardi di pesos, pari a circa 43,8 milioni di Euro).

Già nell’esercizio chiuso al 31/12/2019, il gruppo guidato dal presidente Federico Toussaint Elosúa aveva registrato un andamento negativo delle esportazioni (-7% sul 2018, incluse le vendite estere delle filiali in Sud America), riequilibrato dalle migliori performance sul mercato interno, messe a segno malgrado il rallentamento dell’economia messicana e del settore edilizio. Il fatturato consolidato 2019 era quindi cresciuto dell’1% sul 2018, a 17,9 miliardi di pesos (circa 848,6 milioni di Euro). Di questi, il 76% era stato generato con la vendita di piastrelle ceramiche, realizzate per il 62% sul mercato interno e per il 38% con esportazioni.

In sofferenza nel 2020 le marginalità, che al contrario avevano segnato buoni progressi nel 2019. Al 31/12/2019, l’Ebitda era cresciuto del 6% (3,5 miliardi di pesos, circa 165,7 milioni di Euro), l’utile operativo del +3% (2,8 miliardi di pesos, circa 133 milioni di Euro) e l’utile netto del +5,3% (1,4 miliardi di pesos, circa 67,6 milioni di Euro). Sul primo trimestre di quest’anno ha invece pesato in maniera decisa la straordinaria svalutazione del Peso sul Dollaro (-25%) avvenuta sul finire del periodo: l’Ebitda è calato del 19% a 745 milioni di pesos, mentre l’utile operativo è sceso da 728 a 570 milioni di pesos (-22%), una flessione di 158 milioni di pesos di cui ben 147 determinati dal cambio.

In occasione della presentazione dei dati trimestrali, i vertici di Grupo Lamosa hanno confermato che, nonostante il grande livello di incertezza sulla reale portata che potrà avere l’impatto della crisi, gli effetti negativi saranno più evidenti nel secondo trimestre dell’anno, sebbene siano già state intraprese misure e azioni utili a minimizzarli il più possibile.

Non sono stati esclusi, tuttavia, nuovi investimenti, che dovranno procedere comunque con la dovuta cautela. Lo scorso marzo era stato annunciato un piano di investimenti da 110 milioni di dollari ed era stata anticipata l’intenzione di valutare la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di adesivi in Messico.

Va poi ricordato che il 30 gennaio Lamosa, attraverso la società Porcelanite Lamosa, aveva siglato un accordo per acquisire il 100% di Eurocerámica, azienda di Medellin (Colombia) specializzata nella produzione di piastrelle e ceramica sanitaria, con oltre 30 anni di attività. Il valore della transazione, passibile di adeguamenti, era stato fissato in 39 milioni di dollari e il closing dell’operazione restava soggetto alla conclusione della riorganizzazione di Eurocerámica, oltre che all’approvazione delle autorità colombiane competenti in materia di concorrenza.

Per il Gruppo Lamosa si tratterrebbe del secondo shopping in Colombia, dove nel 2016 aveva acquisito, per 230 milioni di dollari, Ceramica San Lorenzo (marchi San Lorenzo e Cordillera) che, portando in dote otto impianti e centri di distribuzione dislocati in Argentina, Cile, Colombia e Perù, aveva permesso al gruppo messicano di aumentare del 40% la capacità produttiva nel settore dei rivestimenti ceramici e di trasformarsi in una multinazionale.

Lamosa, 130 anni di storia
Lamosa vanta una lunga storia iniziata nel 1890 a Monterrey come produttore di mattoni in laterizio. Nel 1929, a seguito dell’acquisizione da parte delle famiglie Elosúa e Valdes, divenne Ladrillera Monterrey. Soltanto quattro anni dopo, prima azienda in Messico, abbracciava il business ceramico, trasformandosi poi nel 1995 nell’attuale Gruppo Lamosa. Da lì l’escalation, con l’acquisizione nel 2007 di Porcelanite Holding dal Gruppo Carso e, appunto, di Ceramica San Lorenzo nel 2016. Nel frattempo, nel 2015, il gruppo aveva ceduto la sua divisione sanitari al gruppo colombiano Organización Corona per concentrarsi esclusivamente sul settore delle piastrelle in ceramica e degli adesivi.

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