Spagna: Ricavi 2019 in crescita per l'industria delle piastrelle

L’industria spagnola delle piastrelle ceramiche ha chiuso il 2019 con un giro d’affari in crescita del 4% a 3.470 milioni di euro. Bene sia l’export (+3%) che il mercato interno (+8%). In calo la produzione a 503 milioni mq (-5%)

L’industria spagnola delle piastrelle ceramiche ha chiuso un 2019 positivo in termini di giro d’affari, salito a 3.740 milioni di Euro, con un aumento del 4% sul 2018. Bene sia le esportazioni che le vendite sul mercato interno; queste ultime hanno continuato a crescere chiudendo l’anno a circa 940 milioni di Euro (+8%).

In contrazione, al contrario, la produzione nazionale che si stima abbia perso il 5% scendendo a 503 milioni mq, una misura finalizzata ad una più efficiente gestione degli stock. Sul fronte delle vendite, il 75% dei ricavi totali è venuto dalle esportazioni destinate a 188 Paesi, per un valore stimato di 2.800 milioni di Euro (+3% sul 2018). Il risultato rappresenta un nuovo record per l’industria spagnola che si conferma fra l’altro il maggiore esportatore europeo di piastrelle in volume e il secondo a livello globale. Un obiettivo raggiunto nonostante l’aumento del numero di barriere commerciali che rendono più difficile operare su alcuni mercati esteri.

Nel periodo Gennaio-Novembre 2019, l’Europa si è confermata la maggiore area di destinazione delle piastrelle “made in Spain”, assorbendo il 50,1% dell’export totale e con vendite in aumento del 5%. Qui si trovano quattro dei cinque maggiori mercati esteri, ossia: la capofila Francia, dove le vendite sono cresciute del 7,9% a 302,2 milioni di Euro; il Regno Unito, anch’esso positivo (€169,1 milioni, +6,7%) ma che ha iniziato a mostrare un primo decremento in novembre; l’Italia (€104,2 milioni +3,2%) e la Germania, unico mercato europeo col segno meno (€95,7 milioni, -2,3%) sul quale ha pesato l’impatto del rallentamento dell’economia tedesca.

Secondo mercato export delle piastrelle spagnole si sono confermati gli Stati Uniti, dove nei primi 11 mesi dell’anno le vendite hanno raggiunto i 278,8 milioni di Euro, con un nuovo rialzo del 16,9%. Decisamente meno brillanti i risultati sugli altri mercati. In Medio Oriente le vendite sono calate del 12,6%, complice soprattutto l’andamento negativo in mercati chiave quali l’Arabia Saudita (-15%), bloccata da settembre dall’introduzione di nuovi requisiti quali la certificazione di qualità del prodotto, e Israele (-7,7%).

In contrazione anche l’export verso l’America Latina (€67,4 milioni, -4,5%) e verso la Federazione Russa (€66,3 milioni, -4,2%) che ha contribuito al calo complessivo del 2,2% registrato in Europa orientale. Sono cresciute invece le vendite in Africa (+4%), penalizzate però dal rallentamento in Maghreb e al calo in alcuni Paesi dell’area, tra cui l’Algeria.

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