Materie prime ed energia preoccupano i colorifici ceramici

Sale la preoccupazione delle imprese aderenti a Ceramicolor per la reperibilità delle materie prime e gli aumenti eccessivi dei costi energetici

Ceramicolor, l’Associazione italiana dei colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici, conferma la grande preoccupazione delle imprese del settore per le forti tensioni sul fronte delle materie prime e sugli aumenti consistenti dei costi dell’energia e della logistica, che stanno avendo pesanti ricadute sulle aziende.

Nella richiesta alle istituzioni di monitorare con particolare attenzione queste problematiche, il Presidente di Ceramicolor Pierluigi Ghirelli sottolinea soprattutto la crescente difficoltà nel reperire materie prime che hanno ormai raggiunto prezzi elevatissimi, “limiti che obbligano le imprese ad approvvigionarsi da tutte le fonti disponibili sul mercato e che a volte hanno specifiche qualitative inadeguate.

Questi aspetti problematici per il nostro settore – aggiunge Ghirelli – si sommano a quelli degli altri attori della filiera ceramica – produttori di ceramica e costruttori di impianti -, con il forte rischio di compromettere la continuità produttiva di un comparto molto importante per l’industria italiana e vanificare una ripresa che sembrava promettente per superare le difficoltà dovute alla pandemia”.

In Italia sono attive 16 aziende produttrici di smalti e colori per ceramica, con un fatturato di circa 350 milioni di euro nel 2020, 1500 addetti diretti, e un ruolo essenziale per garantire quel valore aggiunto grazie al quale l’industria ceramica italiana eccelle sui mercati mondiali.

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